Oggi è il primo, vero giorno d’inverno, freddissimo e scuro. Uno di quei giorni in cui ringrazi il cielo di avere un tetto sulla testa e di poterti scaldare.
In passato, l’inverno era la stagione che odiavo maggiormente. Da giovanissima detestavo il gelo, il cielo plumbeo e la nebbia fitta al mattino. Poi, a poco a poco, in maniera quasi impercettibile, è iniziato un mutamento. Non ricordo quando, non so stabilirne i tempi, non posso scrivere date; ma già nel 2007, quando aprii questo blog, si era insinuato in me un nuovo modo di sentire. Avevo già cominciato ad apprezzare, almeno in parte, alcuni umori dell’inverno, quelli che invitano all’autosufficienza e a tralasciare il superfluo.
Adesso, dopo molti anni, lo amo. Non quanto l’autunno – sarebbe forse impossibile – ma lo amo, lo comprendo, ne riconosco l’audacia, la forza, la necessità. E so che, quando finalmente anche l’inverno diventa oggetto d’amore, si è capito il senso di tutto e ogni timore è scomparso.
L’inverno c’insegna il gelo, il distacco, la freddezza indispensabile per andare sempre avanti; ma ci regala anche l’intimità della vita domestica, il calore della casa, e bandisce ogni superficialità. Sia benvenuto l’inverno, allora, e che diventi fonte di gioia per chiunque ne sappia riconoscere i meriti.